Andrea Pagliaccia Febbraio 10, 2016 Nessun commento

Mettersi in proprio

Anche se i tempi sono quelli che sono, con una buona idea e tanta volontà, è sempre possibile mettersi in proprio. Certo, questo non vuol dire che non dovrai superare  delle difficoltà; a partire proprio dal momento della nascita della vostra attività.

Tra le prime scelte che compiere c'è quella che riguarda la tipologia del lavoro autonomo che vorrai intraprendere: con ciò non ci riferiamo al ramo d'attività, ma alla scelta della partita Iva o della collaborazione occasionale senza partita Iva. Vediamo per punti le possibilità a tua disposizione.

Lavoratore autonomo con partita Iva

Per prima cosa, parlando del lavoratore autonomo con partita Iva, è necessario ricordare che con quest'ultimo non ci stiamo riferendo all'imprenditore individiuale. Al contrario si tratta di due figure distinte, per le quali sono previste sostanziali differenze nella gestione delle posizioni providenziali e fiscali.



Una volta che abbia preso la decisione di aprire la partita Iva - a tal fine ti sarà necessario sapere quanto costa mantenere una partita Iva - la scelta di farlo come lavoratori autonomi o ditta individuale dipenderà dal tipo di attività svolta; indipendentemente che ti avvalga o meno di personale dipendente.

In generale possiamo dire che il ricorso alla partita Iva è obbligatorio quanto nell'attività svolta sono presenti i seguenti 4 requisiti essenziali:

  • abitualità
  • professionalità
  • continuità
  • coordinazione

Lavoro occasionale senza partita iva

Lavoratore autonomo occasionale senza partita Iva

Quello della prestazione occasionale è un mondo abbastanza complesso, anche se oggi giorno - a causa del cambiamento profondo sperimentato dal mondo del lavoro - molto diffuso tra coloro che decidono di mettersi in proprio. L'art. 2222 del codice civile stabilisce che il lavoratore autonomo occasionale è colui che si impegna a compiere un'opera o un servizio, dietro corrispettivo, senza per questo essere subordinato al datore di lavoro, ne tanto meno potendo essere coordinato da quest'ultimo.

Tali servizi compiuti dal lavoratore autonomo senza partita Iva possono essere compiuti, purche si rispettino determinate condizioni:

  • durata massima dell'attività verso lo stesso committente: 30 giorni nell'arco di un anno;
  • nel caso il compenso annuo lordo percepito dal lavoratore autonomo occasionale non supera i 4.800€, non bisogna presentare una dichiarazione dei redditi e il pagamento dell'Irpef avverrà mediante ritenuta d'acconto nel momento del pagamento;
  • qualora il compenso annuo lordo supera i 5.000€, sarà necessario iscriversi alla gestione seperata Inps - con il relativo versamento dei contribuiti previsti - oltre a dover presentare la dichiarazioni dei redditi.

Aprire una ditta individuale

Ultima opzione, alla luce anche di quanto detto in precedenza è quella di aprire una ditta individuale, il che implica necessariamente l'apertura della partita Iva e - successivamente, ma entro un periodo massimo di 30 giorni - l'iscrizione al registro delle imprese. Entrambe le operazioni sono imprescendibili per poter avviare l'attività.

Andrea Pagliaccia Febbraio 10, 2016 Nessun commento

Lavoratore autonomo o ditta individuale

Quando parliamo di un lavoratore non dipendente, quante volte usiamo la corretta terminologia, chiamandolo secondo il nome della propria categoria? Ad esempio: lavoratore autonomo o ditta individuale. Quale delle due espressioni utilizzeresti per un idraulico che lavora autonomamente senza l'aiuto di dipendenti? Bene, procediamo con ordine per cercare di fare un po' di chiarezza sull'argomento.

Lavoratore autonomo e registro delle imprese: è necessario iscriversi?

Anche se all'apparenza può sembrare irrilevante la scelta di un termine piuttosto che l'altro, si tratta in realta di due figure giuridicamente distinte, con importanti ripercussioni in materia fiscale e previdenziale: benvenuti nel meraviglioso mondo del lavoro autonomo. Dunque vediamo per prima cosa, la differenza principale tra lavoratore autonomo e ditta individuale nel momento iniziale dell'avvio dell'attività.

Tutto risiede nell'obbligo per le ditte individuali di iscriversi al registro delle imprese per poter svolgere la loro attività lavorativa, mentre tale obbligo non è previsto per il lavoratore autonomo, che può quindi esercitare la propria professione semplicemente una volta che abbia provveduto all'apertura della partita Iva. Chiarito questo punto, resta da vedere quale figure sono considerati lavoratori autonomi e quali invece imprenditori individuali.



piccolo imprenditore è lavoratore autonomo

Il lavoratore autonomo è colui che

Chi è lavoratore autonomo e chi ditta individuale? L'avvocato è un lavoratore autonomo? E il commerciante ambulante? A dispetto di miti e false credenze, per determinare se una lavoratore è autonomo o deve essere considerato ditta individuale bisogna considerare esclusivamente il tipo di attività svolta; il fatto che poi abbiamo o meno dipendenti non ha nessuna rilevanza.

Per offrire il massimo della chiarezza al riguardo, niente di meglio che un elenco. Iniziamo con i lavori che prevedono l'obbligo di iscrizione al registro dell imprese:

  • Gli artigiani:
  • I commercianti:

I lavoratori autonomi invece sono coloro che:

  • Svolgono lavoro occasionale
  • Esercitano arti o professioni (tra cui ci sono quelle prottette, nel caso degli avvocati appunto, ma anche libere, vedi un web master)

Lavoratore autonomo e inps: cosa cambia per la previdenza

Come dicevamo, rientrare nella fattispecie della ditta individuale, piuttosto che del lavoratore autonomo, ha delle ripercussioni non da poco; al di là dell'iscrizione di cui sopra. In primis, in materia previdenziale. È noto come gli artigiani e i commercianti sono obbligati all'iscrizione Inps. Ma cosa è previsto per il lavoratore autonomo e Inps? In linea di massima, la gestione della previdenza è meno complicata, anche se bisognerà vedere la tipologia di lavoratore autonomo.

Lavoratore autonomo e dichiarazione dei redditi: come pagare l'Irpef

Entrambe le figure - lavoratore autonomo e imprenditore individuale - sono tenuti al pagamento dell'Irpef; anche in questo caso pero, ci saranno due diverse procedure da rispettare. In particolare, a differenza delle ditte - il cui principio è quello della competenza contabile, per i lavoratori autonomi si applica il principio di cassa, ovvero si pagherà l'Irpef solo su quello che è stato incassato effettivamente, indipendentemente dal fatto che sia un ricavo dell'anno X.

Andrea Pagliaccia Febbraio 10, 2016 Nessun commento

Prestazione occasionale

La prestazione occasionale è ormai divenuta una formula estremamente diffusa nel contesto lavorativo attuale, sempre più dinamico e liquido nei suoi rapporti. È sempre più comune infatti imbattersi in lavoratori autonomi occasionali, che si trovano a lavorare in un contesto aziendale in forma temporanea e totalmente autonoma rispetto all'organizzazione.

Il lavoratore autonomo occasionale

I motivi che possono portare a ricorrere a questa particolare forma di lavoro autonomo, si devono essenzialmente alla sua economicità e facilità burocratica-contrattuale. Nello specifico, dato che si può ricorrere a prestazioni occasionali senza partita Iva ne tanto meno dover redigere alcun tipo di contratto, s'intuisce il grand risparmio di soldi che tutto questo comporta, così come la sua rapidità.

Questa formula lavorativa si addice particolarmente a coloro che hanno l'intenzione di mettersi in proprio, ma che non hanno ancora intenzione di aprire la partita Iva a causa dei troppi costi per la sua gestione annuale.

Prestazione occasionale: chi può farla

Per poter ricorrere ricorrere al lavoro autonomo occasionale è necessario tuttavia rispettare alcuni requisiti fissati dall'art. 2222 del cod. civ., che devono potersi riscontrare nella collaborazione:

  1. attività non abituale;
  2. non professionale;
  3. non deve svolgersi con continuità;
  4. assenza di coordinazione.

Per far si che questi criteri siano rispettati, e poter godere dello speciale regime fiscale-contributivo delle prestazioni occasionali, la legge prevede altri due importanti requisti essenziali:

    • la collaborazione con uno stesso committente non può prolungarsi oltre trenta giorni in anno solare;
    • i compensi percepiti nell'arco dello stesso anno solare non possono essere superiore a 5.000 euro netti.

lavoro autonomo occasionale senza partita iva

Contributi Inps della prestazione occasionale

Qual è la posizione previdenziale di un lavoratore autonomo occasionale? Bisogna dire che - per lo meno in questa circostanza - la legge è abbastanza chiara in merito al pagamento dei contributi Inps della prestazione occasionale.



Le persone che si attengono ai limiti di legge sopra elencati sono esentati dal pagamento contributivo Inps, proprio per lo status speciali che non permette di equipararli a un lavoratore dipendente (mancando la subordinazione e la coordinazione) né a un lavoratore autonomo (non raggiungendo i 5.000 euro annui)

Di conseguenza - al contrario per esempio delle partite Iva ditta individuale -  non bisognerà versare nessun parte dei proventi all'ente previdenziale; allo stesso tempo tuttavia, non si potrà vantare alcun diritto verso l'istituto, come ad esempio l'assegno di previdenza.

Ricevuta della prestazione occasionali

I lavoratori autonomi occasionali sono obbligati a rilasciare la ricevuta per prestazione occasionale. Questo dovrà avvenire solo nel momento in cui riceveranno effettivamente il pagamento del compenso. La ricevuta dovrà essere compilata rispettando alcune prescrizioni stabilite dalla legge quali indicare i riferimenti del committente, seguire una numerazione progressiva della ricevuta, evidenziare il compenso lordo e quello netto.