Tra i passaggi obbligatori per lavorare come impresa individuale è necessaria l'apertura della partita IVA per la ditta individuale; si tratta appunto di uno degli aspetti più complessi per aprire una ditta individuale, poichè implica una serie di operazioni e di procedure che il futuro imprenditore deve compiere per iniziare a lavorare autonomamente.
Cosa fare per aprire la partia Iva
L'apertura della Partita IVA avviene sostanzialmente con una comunicazione all'Agenzia delle Entrate dell'avvenuto inizio della propria attività; da farsi entro 30 giorni dal primo giorno di attività. L'informazione deve essere trasmessa attraverso un apposito strumento, il modello AA9/7 (oppure modello AA7/7 nel caso di società), scaricabile facilmente dal sito dell'Agenzia.
- presso l’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate con apposito documento di riconoscimento;
- invio con raccomandata A/R, allegando la fotocopia del documento di riconoscimento;
- invio per via telematica, mediante il software apposito scaricabile dal sito dell'Agenzia delle Entrate.
Nel momento in cui si decide di aprire la partita IVA è necessario selezionare il proprio Codice ATECO, ovvero il numero con cui è possibile identificare la tipologia di attività svolta.
Costi della partita Iva per la ditta individuale
L'apertura della partita Iva, nel caso non ci si rivolga ad un professionista, non presenta di per se alcun costo: ovvero non c'è una tassa o un onere fiscale particolare da sostenere. I costi veri e propri relativi alla partita Iva nascono invece dal suo mantenimento nel corso degli anni
Procediamo ad ogni modo in ordine cronologico, prevedendo l'apertura di una ditta individuale avvalendosi dell'aiuto di un commercialista. La situazione si riferisce al Regime di Contabilità Ordinaria:
- Onorario del commercialista: dai 60 ai 150 € per una semplice apertura, e circa 1000€ all'anno per una gestione ordinaria della contabilità;
- Diritto camerale: corrisponde al costo dell'iscrizione alla camera di commercio della ditta individuale, che può oscillare dagli 80 ai 100€ annui;
- Contributi previdenziali: vengono sostenuti dagli artigiani e dai commercianti e corrispondono a circa 3300€ annui da pagare in rate trimestrali;
- Inail: un centinaio di euro all'anno, da sostenere solo per quelle attività che risultino pericolose;
- Imposte: la famosa Irpef e la sorella Irap, da pagare in maniera progressiva a seconda dell'entità del reddito d'esercizio maturato.
Alcune di queste prescrizioni, obbligatorie per la ditta individuale - come ad esempio l'iscrizione al registro delle imprese - non sono al contrario necessarie nel caso del lavoratore autonomo.
Regime dei minimi per la partita Iva della ditta individuale
Le voci sopra elencate si riferiscono a costi che l'impresa sosterrà nel caso operi in Regime di Contabilità Ordinaria. Tuttavia, per le piccole imprese, è possibile optare per il cosiddetto Regime dei Minimi; ottenendo alcune agevolazioni fiscali e contributive.
- Regime dei minimi: implica la tassazione agevolata del 5%, mentre i contributi INPS graveranno per il 27% sul reddito di impresa.