Il contratto di lavoro intermittente o lavoro a chiamata (job on call), è un tipo di contratto di lavoro in base a cui il lavoratore presta la propria attivitá lavorativa in modo discontinuo ponendosi a disposizione del datore di lavoro in base alle esigenze produttive.

È un tipo di contratto di lavoro che viene stipulato e concluso soprattutto nel settore del turismo e dei pubblici esercizi, ovvero quelle attivitá che hanno picchi lavorativi in determinati periodi dell’anno. Il contratto di lavoro a chiamata è uno degli strumenti piú usati dai datori di lavoro per retribuire determinate tipologie di lavori.

Le caratteristiche del contratto intermittente

Il contratto di lavoro intermittente è un contratto che puó essere a tempo determinato o indeterminato. Il lavoratore intermittente alterna quindi periodi di attivitá lavorativa a periodi di inattivitá, in quanto il datore di lavoro puó chiamarlo e usufruire saltuariamente della prestazione lavorativa, in determinati periodi che dipendono dalle necessitá aziendali.

Secondo la legge, deve sempre essere stipulato in forma scritta, indicando i contenuti essenziali, ovvero:

  • La durata della prestazione lavorativa;
  • Le ipotesi che consentono la stipulazione del contratto
  • Il luogo di lavoro
  • La disponibilitá e il preavviso
  • Il trattamento economico e normativo
  • Forme e modalitá di richiesta di prestazione lavorativa
  • La rilevazione delle presenze
  • Modalitá e tempi di pagamento della retribuzione.

Nel caso in cui alcuni di questi punti non vengano rispettati o inclusi nel contratto, questo potrebbe considerarsi nullo e illecito.

A chi è rivolto e la durata

Il contratto di lavoro intermittente o a chiamata puó essere stipulato in modo oggettivo, previsto cioè dai CCNL del settore di lavoro di riferimento o in modo soggettivo con soggetti di etá inferiore ai 24 anni (e fino ai 25 anni) e di etá superiore ai 55 anni.

Il contratto di lavoro a chiamata è ammesso per ogni lavoratore che presta la propria attivitá lavorativa al medesimo datore di lavoro per un periodo non superiore alle 400 giornate lavorative nell’arco di 3 anni, ad eccezioni dei settori del turismo, dei pubblici esercizi e dello spettacolo. Nel caso di superamento di questo limite il contratto intermittente si intende a tempo indeterminato.

Le tipologie del contratto intermittente

Esistono due tipi di contratto di lavoro intermittente: con obbligo di disponibilitá, in base al quale il lavoratore è obbligato a prestare la propria attivitá lavorativa sempre che il datore di lavoro ne abbia bisogno e senza obbligo di disponibilitá, ovvero quando il lavoratore è libero di rifiutarsi.



È obbligatorio rispettare il preavviso di chiamata, il quale viene concordato dalle parti contraenti ma non deve comunque essere inferiore a una giornata lavorativa.

Inoltre, un datore di lavoro che stipula un contratto di lavoro intermittente deve effettuare una comunicazione obbligatoria, prima dell’inizio della prestazione lavorativa del lavoratore, chiamata anche comunicazione preventiva amministrativa.

La retribuzione del lavoro intermittente

I lavoratori assunti con contratto di lavoro a chiamata, hanno diritto a percepire una paga oraria non inferiore a quella imposta dai CCNL.

Inoltre, nel caso in cui il lavoratore si impegni contrattualmente con obbligo di disponibilitá, è prevista un'indennità di disponibilitá pari al 20 % della retribuzione determinata dai contratti collettivi, CCNL. Questa rappresenta reddito imponibile sia per la formazione dell’anzianitá contributiva, sia per la determinazione dell’importo.

Come si risolve il contratto di lavoro intermittente

Come per gli altri tipi di contratto, la risoluzione del contratto è ammessa mediante licenziamento per giusta causa, ovvero per motivi gravi, tali da non permettere la prosecuzione del rapporto di lavoro, o per giustificato motivo, ovvero per motivi aziendali o del dipendente. Nel contratto a chiamata con obbligo di risposta, il rifiuto del lavoratore senza motivo è causa di licenziamento. La lettera di licenziamento deve essere presentata sempre in forma scritta. IL TFR (liquidazione) è previsto anche per il lavoratore intermittente. Il lavoratore puó anche interrompere il rapporto lavorativo per giusta causa presentando le dimissioni. Queste devono obbligatoriamente essere comunicate tramite lettera di dimissioni  rispettando il preavviso concordato nei contratti collettivi.

Anche nel caso di risoluzione di contratto di lavoro intermittente, i lavoratori hanno diritto alla disoccupazione NASPI sia che si tratti di contratto intermittente a tempo determinato che indeterminato. Per riceverla occorrono i requisiti minimi previsti e uguali per tutti i lavoratori, cioè: disoccupazione involontaria, almeno 30 giornate di lavoro nell’ultimo anno e 13 settimane di contributi negli ultimi 4 anni.