Un’unica Partita e diversi lavori

Secondo il Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) e i dati forniti dall'Osservatorio delle Partite Iva, nel 2022 in Italia hanno deciso di mettersi in proprio oltre mezzo milione di persone. Questa decisione, sicuramente, è dovuta da vari fattori, tra cui una costante recessione economica.

Prima di fare questo passo, in ogni caso, è opportuno essere consapevoli che servirà il supporto, da parte di un’azienda o commercialista che si possa occupare degli aspetti più basilari (banalmente, la stessa apertura della partita iva) passando per la sua gestione o raccomandazioni che possano essere considerate più appropriate a ogni caso e persona. Sarebbe il caso, ad esempio, di Xolo per le partita iva perchè si tratta di una piattaforma che se ne occupa dall'apertura, ma anche della gestione contabile e argomenti simili per liberi professionisti e in particolare ai liberi professionisti digitali di fascia alta, come possono essere degli scrittori, esperti di marketing, fotografi, ecc.

Il fatto di poter creare una propria attività, di portare avanti un'idea che si può avere, non dipendere da nessun altro o di poter conciliare al meglio lavoro e vita personale, sono solo alcuni degli altri motivi che portano molti a pensare di aprire una partita iva ma, ovviamente, questo passaggio comporta anche una serie di dubbi e domande. Uno dei più frequenti è se diversi tipi di lavoro possono essere eseguiti con la stessa partita iva. Proviamo a rispondere questa domanda.

Attenzione alle norme fiscali

Possiamo dire che, in linea di massima, la risposta alla domanda iniziale è affermativa: sì, con la stessa partita iva si possono svolgere diversi tipi di lavoro ma (e questo però è importante). Bisogna fare molta attenzione alle normative fiscali e burocratiche con provvedimenti che limitano tale situazione e in cui sono coinvolti l'Agenzia delle Entrate e gli enti previdenziali.

Tra le questioni da tenere presente c’è anche la scelta appropriata dei codici Ateco (a questo punto è sempre importante insistere sull'importanza di farsi consigliare bene dagli esperti, come nel caso di Xolo, per evitare problemi futuri) anche il reddito imponibile e il sistema fiscale giocheranno un ruolo importante.

Codice Ateco

Se ancora non sai cosa sia un codice Ateco, niente da temere. Inoltre, è abbastanza normale per chi non ha una partita iva o non ha nemmeno preso in considerazione questa opzione.

Ovviamente chi ha una Partita Iva saprà già che si tratta di codici alfanumerici formati da una lettera e sei numeri e che sono fondamentali perché sono quelli a classificare le diverse attività economiche che vengono svolte. Ovviamente, nel caso in cui si vogliano svolgere più lavori contemporaneamente, questo passaggio è ancora più essenziale.

Diciamo che è il nostro caso, che ci troviamo nella situazione in cui vogliamo aprire una partita iva, ma che non svolgiamo un solo lavoro ma diversi che possono essere messi in relazione tra loro. Quello che va fatto è riportare ciascuno dei codici Ateco che identificano le attività che andremo a sviluppare come liberi professionisti.

Ovviamente questa è una cosa che possiamo fare solo se fin dall'inizio, proprio nel momento in cui vogliamo aprire una partita Iva, sappiamo che questa sarà la nostra situazione. Può capitare, in ogni caso, che il dover svolgere lavori diversi avvenga dopo aver aperto la partita IVA. Se ci troviamo in quest'ultimo caso, dobbiamo comunicare al fisco e all'ente previdenziale di riferimento i nuovi codici Ateco. Addirittura, in alcuni casi, sarà necessario effettuare una notifica alla Camera di Commercio.

Per quanto riguarda i costi per dover inserire un codice Ateco in più che può comportare una volta che la partita IVA è già stata aperta, possiamo dire che, in realtà, non sono previsti. Al massimo bisognerà pagare allo specialista incaricato di svolgere tale pratica i suoi onorari e, occasionalmente, alla Camera di Commercio, 18 euro che contemplano i diritti di segreteria e altri 17,50 euro sotto forma di marca da bollo.

Il reddito imponibile

Un altro aspetto importante per poter essere sicuri di poter avere un'unica partita iva ma, allo stesso tempo, svolgere diversi lavori è quello di effettuare il calcolo della base imponibile. Stiamo parlando dell'ammontare dei guadagni su cui verrà applicata la percentuale di imposte che dovranno essere pagate. Ad esempio, nel caso in cui si parlasse di regime forfettario ci si riferirebbe al 15%.

Come abbiamo visto in precedenza, anche in questo caso sarà fondamentale poter consultare i diversi codici Ateco che identificano le attività da svolgere. Possiamo dire che, per ognuno di essi, il Fisco ha stabilito un coefficiente di redditività e questo coefficiente verrà moltiplicato per il ricco, così da poter calcolare e capire di quale base imponibile stiamo parlando.



Trattandosi dell'esempio di avere più attività contemporaneamente in un'unica partita iva, quando si vuole calcolare la base imponibile, quello che si deve fare è moltiplicare il reddito che corrisponde a ciascuno di questi lavori per il coefficiente di redditività che vanno a corrispondere.

Regime Fiscale e Profilo previdenziale

Infine, ma non meno importante, bisogna sapere che l'attuale limite (perché questo può variare, come già fatto in precedenza) fissato a 85.000 euro per poter entrare a far parte del regime forfettario è calcolato in base a tutte le tipologie di attività eseguiti in contemporanea.

Oltre a quest'ultimo punto, vanno aggiunti i profili previdenziali. Si intende con ciò il fatto che se un lavoratore svolge diversi tipi di lavoro sotto la stessa partita iva, può (o non può) avere l'obbligo di iscrizione alle casse previdenziali dei diversi enti. In generale, possiamo dire che non sarà così e che dovrà solo essere registrato nel fondo corrispondente alla sua attività principale. In ogni caso, sarà il commercialista a poter risolvere questo tipo di domande in modo specifico per ciascuno dei suoi clienti in particolare.

Cosa succede se solo si svolge un unico lavoro con una Partita Iva?

Sebbene la domanda iniziale sia la più frequente, ironia della sorte quello di cui una persona con partita iva si deve preoccupare è esattamente il contrario. In altre parole, quando si lavora come liberi professionisti, ci si aspetta che i lavori svolti siano per aziende o clienti diversi. Proprio per evitare di entrare nel tanto temuto falso autonomo.

Conviene qui aprire una piccola parentesi per spiegare questo problema un po' più in dettaglio. Diciamo che con una partita iva, come abbiamo già preannunciato, il lavoratore ha una serie di vantaggi, ma allo stesso tempo l'azienda (o le aziende) per le quali sta prestando i propri servizi avrà i suoi vantaggi perché, tanto per cominciare, possiamo dire che sarà più economico che avere un dipendente a tempo indeterminato nel team. Oltre a dover pagare più tasse per questo lavoratore, l'azienda in questione dovrà concedere giorni di ferie retribuite, malattia nel caso ce ne fosse bisogno…

In molte occasioni è stato rilevato che alcune aziende beneficiano di questa situazione e ciò che effettivamente hanno sono falsi liberi professionisti o, che è lo stesso, persone che lavorano per loro continuamente (che può essere ogni giorno, per mesi e anni) ma sotto forma di lavoro autonomo.

Per tutelarsi ed evitare problemi con il Fisco, la cosa più consigliabile è che chi possiede una partita iva non lavori solo per una società ma per più società o persone fisiche contemporaneamente, altrimenti può avere problemi con il Fisco.

Come aprire la partita Iva

Se abbiamo ben chiara tutta questa parte, vediamo i vantaggi che può avere fare il passo e mettersi in proprio, non ci resta che iniziare. In realtà, l'apertura stessa di una partita Iva è molto più semplice di quanto si possa immaginare dall'esterno. Sarà necessario compilare un modulo e inviarlo all'Agenzia delle Entrate. Questa mail deve essere effettuata con raccomandata o tramite una mail PEC affinché la richiesta sia formalizzata.

Ovviamente, e siccome esistono regimi diversi come quello che abbiamo citato, che è il forfettario, è sempre consigliabile rivolgersi a un commercialista, anche se le basi sono chiare e ci si chiede quale sia il regime più appropriato perché il commercialista possa tenere conto di altri fattori sempre a vantaggio del suo cliente.

Oltre ai costi per avere una partita iva, che saranno determinati dal regime prescelto, non bisogna dimenticare che mettersi in proprio comporterà una parte importante di organizzazione. Quest'ultimo punto può sembrare meno importante, ma non lo è affatto e se non si parte da questa idea di base, ci si può ritrovare con molteplici problemi a medio e lungo termine.

Ad esempio, è necessario avere un'agenda chiara in cui sono annotate le scadenze per i pagamenti (da fare e ricevere) e il lavoro da eseguire. È normalissimo che quando una persona passa da dipendente a lavoratore autonomo le ore quasi scompaiono (e questo può essere di per sé un vantaggio ma anche una trappola).

In ogni caso, se è il sogno che si ha in mente, se è quello che si vuole fare, il consiglio è quello di cercare di ricordare in ogni momento perché si è iniziata questa avventura, dove si vuole andare e come. Questo di solito aiuta a gestire tutti i dettagli per portarsi avanti.